Labor der Schweizer Paraplegiker-Forschung

Dalla teoria alla pratica

Il campus universitario si distingue come luogo di lavoro attraente e stimolante. A trarne beneficio sono sia gli studenti di Medicina che le prossime generazioni di scienziati.

Testo: Stefan Kaiser
Foto: Adrian Baer

È un «tesoro immenso» quello che si cela a Nottwil, afferma il primario della Radiologia e vicedirettore della Ricerca svizzera per paraplegici (RSP) Rajeev Verma. Da un lato si riferisce ai dati specifici legati alla lesione midollare raccolti nel Centro svizzero per paraplegici (CSP) e dall’altro ai risultati dei progetti di ricerca portati avanti da CSP e RSP. Il suo obiettivo è sfruttare al meglio questo tesoro per offrire alle persone mielolese trattamenti più mirati. «Entrambi i centri sul nostro campus presentano un buon output in termini di ricerca prodotta», spiega, «ma ora si tratta di mettere insieme tutte le informazioni e di renderle fruibili.»

Solo pochi sanno che negli ultimi anni a Nottwil è sorto un campus accademico capace di offrire numerose nuove opportunità in ambito di ricerca e insegnamento. E, infatti, c’è tutto: l’infrastruttura, gli esperti del settore medico e accademico, nonché una collaborazione con l’Università di Lucerna. «Sono tutti fattori che possono essere determinanti in sede di colloqui di lavoro», precisa Rajeev Verma. «Quando i medici si uniscono a noi, freschi di esame federale, possono continuare a portare avanti attività scientifiche.» Il criterio più importante di queste ultime è che siano utili e praticabili ai fini del lavoro svolto in Clinica.

«Sul nostro campus abbiamo un buon output in termini di ricerca prodotta.»

Prof. dr. med. Rajeev Verma, primario Radiologia CSP e vicedirettore Ricerca svizzera per paraplegici

Nel 2023, dopo aver formulato chiaramente l’indirizzo pratico, le attività di ricerca del CSP e della RSP sono state accorpate e aggregate alla Facoltà di Scienze della salute e medicina a Lucerna. Oggi il CSP e la RSP risolvono quesiti clinici mano nella mano. Al contempo, in campo accademico è stata ampliata la portata dell’offerta di formazione e aggiornamento, che dal programma di Master spazia alle tesi di dottorato e all’abilitazione.

Alla conquista della prossima generazione

Ogni anno a Nottwil vengono seguiti fino a 140 studenti. «Il nostro compito è trasmettere loro conoscenze sulla lesione del midollo spinale e sulla Medicina riabilitativa nel contesto degli studi in Medicina a Lucerna e Zurigo», spiega Inge Eriks Hoogland, medico caposervizio di Unità spinale, che insieme al collega Michael Harder si occupa di organizzare i corsi clinici e un modulo didattico nel contesto del programma di insegnamento del cosiddetto Joint Medical Master, al quale il CSP aderisce. Inoltre insegna all’Università di Lucerna e di Zurigo e assiste gli studenti in veste di relatrice di tesi di Master. «È un compito parecchio impegnativo, è vero, ma che al contempo offre numerose opportunità», spiega la dottoressa. «L’insegnamento ci consente di trasmettere precocemente alle generazioni future la passione per la nostra disciplina e di scoprire cosa li preoccupa.» Non da ultimo perché le domande e i desideri relativi alla vita lavorativa dei giovani hanno subìto profondi cambiamenti nell’ultimo decennio.

Approfondendo temi di Medicina acuta, riabilitazione e assistenza a vita, gli studenti non solo ampliano le proprie conoscenze sulla lesione midollare, bensì acquisiscono anche le necessarie nozioni di Medicina generale. Infatti, spesso i pazienti para e tetraplegici sono alle prese con vari problemi contemporaneamente.

«Affrontiamo insieme una grande varietà di temi», spiega Michael Harder, medico caposervizio di Unità spinale. «In considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione, le generazioni future devono essere in grado di seguire i pazienti e le loro malattie e quindi insegniamo loro a pensare in maniera olistica e interprofessionale.» Le tematiche da trattare non mancano: dall’approccio alle malattie croniche alla Medicina sociale, passando per l’adeguamento della situazione abitativa all’integrazione professionale. A Nottwil abbiamo molto da insegnare.

Labor der Schweizer Paraplegiker-Forschung

Ricercatori di oltre 20 nazionalità

A promuovere i giovani talenti in ambito scientifico ci pensa invece la RSP, che dalla Confederazione viene riconosciuta quale «struttura di ricerca d’importanza nazionale». Mirjam Brach, direttrice della Ricerca svizzera per paraplegici, spiega: «La nostra attività di ricerca spazia dalle singole cellule a questioni di carattere sociale.» Da un lato le preme sottolineare quanto sia profondo e ampio l’ambito di ricerca e dall’altro come i risultati si prestino ad essere applicati per la risoluzione di altri problemi di salute pubblica: «È facile condividere gli esiti del nostro lavoro di ricerca e quindi compiere un passo importante verso l’implementazione.»

L’elevata utilità pratica del lavoro svolto è molto gratificante per i collaboratori della RSP, che per realizzare le loro idee non si vedono costretti a fondare una start up, ma possono rivolgersi direttamente a partner attraenti sul campus. Ad esempio alle società affiliate Orthotec e Active Communication oppure all’Associazione svizzera dei paraplegici.

Sicuramente il suo inserimento nel contesto internazionale rappresenta un ulteriore punto a vantaggio della RSP. Ad esempio mediante lo studio nazionale a lungo termine SwiSCI che, grazie alla partecipazione di 31 Paesi allo studio di portata mondiale InSCI, si è trasformato in una nuova piattaforma di ricerca internazionale. Ma Nottwil esercita una forte attrattiva sui ricercatori anche grazie ai finanziamenti percepiti dal Fondo nazionale svizzero e alla partecipazione a progetti dell’UE, nonché al dialogo interdisciplinare intrattenuto con strutture partner in tutto il mondo.

Le numerose persone provenienti da 20 nazioni diverse che quest’offerta ha saputo attrarre si sentono in buone mani. «Prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità educative», spiega Mirjam Brach. E, infatti, si vede: mentre alle università il 20–30 per cento dei lavori di dottorato viene interrotto, a Nottwil il tasso è inferiore al 5 per cento.

Allessandro Bertolo im Labor

Il ricercatore post-doc Alessandro Bertolo mentre lavora in uno dei laboratori dell’Istituto Guido A. Zäch.

Un giorno sì e uno no, una disattenzione causa una lesione midollare.

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