Festeggiamo i 50 anni della Fondazione svizzera per paraplegici, con il cuore e con i fatti

12 marzo 2025

Esattamente oggi 50 anni fa Guido A. Zäch (89) costituiva la Fondazione svizzera per paraplegici. Fu l’inizio della creazione di una rete di prestazioni a favore delle persone con lesione midollare unica in tutto il mondo, che nel frattempo viene sostenuta da 2 milioni di membri. All’insegna del motto «Con il cuore e con i fatti», nell’anno giubilare la Fondazione punta i riflettori sugli effetti straordinari che riescono a produrre un’affiliazione o una donazione. L’evento clou sarà un fine settimana di porte aperte il 6 e 7 settembre a Nottwil (LU).

Una storta durante una gita in montagna, una caduta da uno sgabellino in cucina oppure un incidente in bicicletta: basta una frazione di secondo per vedersi la vita stravolta. In Svizzera, un giorno sì e uno no, una persona diventa para o tetraplegica; nella maggior parte dei casi a causa di cadute e incidenti sportivi e stradali. La lesione del midollo spinale è un evento gravoso che stravolge completamente la vita di chi la subisce. Ma grazie alla Fondazione svizzera per paraplegici e alle sue ormai sette società affiliate e due organizzazioni collegate (che insieme formano il Gruppo svizzero per paraplegici), dal 1975 la qualità di vita delle persone para e tetraplegiche è migliorata sensibilmente. Ogni giorno sono più di 2000 i collaboratori attivi in oltre 100 professioni che, sia sul luogo dell’incidente, che durante e dopo la riabilitazione, si adoperano per le persone mielolese e rimangono al loro fianco per il resto della loro vita.

Nell’odierno 12 marzo 2025, la Fondazione celebra i suoi 50 anni di attività: 50 anni che hanno contribuito a risollevare i destini di numerose persone. Eppure gli ostacoli da superare rimangono ancora numerosi, sia per quanto concerne l’accessibilità ai trasporti pubblici, che a ristoranti, teatri ed edifici pubblici.

Campioni del mondo nel reinserimento nel mercato del lavoro

Dal 1975 a questa parte, la Fondazione svizzera per paraplegici ha conseguito, insieme al Gruppo, progressi notevoli a favore delle persone con lesione midollare, che spaziano dalle cure mediche alla riabilitazione, passando per l’integrazione sociale e il reinserimento professionale. Oggi, ad esempio, oltre il 60 per cento delle persone con una lesione del midollo spinale dopo la riabilitazione torna a esercitare un’attività remunerata. Si tratta di un record mondiale reso possibile solo grazie all’impegno del Gruppo svizzero per paraplegici, che affianca e offre consulenza alle persone mielolese, negozia con le assicurazioni e incoraggia le aziende a impiegare persone in sedia a rotelle.


Nel 1990, ossia 15 anni dopo la nascita della Fondazione, apre i battenti il Centro svizzero per paraplegici (CSP). Fino alla sua inaugurazione, Guido A. Zäch era primario presso il Centro svizzero per paraplegici di Basilea. «È notevole cosa sia riuscito a smuovere quest’uomo», afferma la presidente del Consiglio di fondazione Heidi Hanselmann. «Oggi la Fondazione è sinonimo di inclusione, collaborazione professionale e interdisciplinare; vi si respira lo ‹spirito di Nottwil›. I nostri oltre 2000 collaboratori si adoperano con anima e corpo per i bisogni delle persone con lesione midollare.» Il motto dell’anniversario, «Con il cuore e con i fatti», viene quindi vissuto anche nelle interazioni quotidiane con le persone para e tetraplegiche.

La sensibilizzazione passa dall’esperienza personale e dal vissuto delle persone mielolese

Per la Fondazione svizzera per paraplegici la sensibilizzazione di un pubblico quanto più vasto possibile ricopre un ruolo centrale. Ecco perché nel 2019 sul campus di Nottwil ha inaugurato il ParaForum, un appartamento fittizio che consente a chi lo visita di calarsi nella vita di una persona in carrozzina e quindi di ampliare e approfondire le proprie conoscenze sulla lesione spinale. L’anno scorso sono state oltre 24 000 le persone che hanno visitato quest’esposizione interattiva o che hanno partecipato a una visita guidata nel CSP.

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«Oggi la Fondazione è sinonimo di inclusione, collaborazione professionale e interdisciplinare; vi si respira lo ‹spirito di Nottwil.»

Heidi Hanselmann, presidente del Consiglio di fondazione

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